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Chiropratico e dentista - necessaria collaborazione

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Ippocrate, padre della medicina, diceva che “l’essere vivente è un cerchio...ogni parte ne è l’inizio e la fine”. Nulla di questo è più vero.
Ogni parte, organo, del nostro corpo è connessa alle altre, non solo fisicamente attraverso i muscoli, le fasce, ma anche chimicamente attraverso gli ormoni, i neurotrasmettitori ed altre mille sostanze ed elettricamente attraverso il sistema nervoso.

Capo supremo, reale motore di tutto ciò è il CERVELLO.Il cervello è come un computer che con i suoi programmi governa un sistema molto complesso e per fare questo ha bisogno di infinite informazioni provenienti
da tutte le parti del “Regno”.
Ricevute le informazioni che sono a getto continuo, esso elabora le strategie di risposta sia motorie, chimiche che emotive.

Quali sono queste informazioni?
Iniziamo con un organo che tutti conosciamo: l’occhio.
Normalmente si ritiene che serva alla visione e basta... invece esso è la componente fondamentale del sistema dell’equilibrio. L’occhio oltre a permettere di vedere, fornisce al cervello informazioni sulla collocazione spaziale cioè in rapporto al mondo circostante, del corpo ed in particolare della testa.
Ha grandi capacità di adattamento alla postura del capo ma... come tutto ha dei limiti e quando questi vengono superati, il cervello impone una nuova postura. Così possono generarsi i cosiddetti “torcicolli oculari” dove i muscoli cervicali sono stati costretti, per lungo tempo a compensare un deficit visivo o di convergenza

Altre importanti informazioni giungono dai piedi. Questi organi spesso poco considerati o addirittura maltrattati, sono, invece,
importantissimi perché mettendoci in contatto con il suolo, informano il cervello sulla posizione del corpo rispetto al terreno, compensando deficit istantanei e cronici dell’equilibrio.
Il piede, a seconda delle situazioni, può essere causa di quadri dolorosi in altri distretti corporei quali ad esempio il distretto lombare, oppure vittima di disordini ai livelli superiori.

Altri recettori sono il sistema vestibolare, la cute, le articolazioni e... la bocca. In precedenti articoli su questa rivista abbiamo affrontato, nei particolari, il funzionamento e l’importanza dell’apparato stomatognatico.
Oggi affronteremo l’argomento, in maniera più generale, soffermandoci sulla necessità ed importanza del lavoro di equipe ed in particolare sulle sinergie operative fra il Chiropratico ed il Dentista. Il Chiropratico nella sua accettazione classica si occupa di risolvere i problemi da blocco vertebrale.
Con l’avvento della Chinesiologia Applicata la chiropratica ha fatto un balzo in avanti aprendo la via ad interventi sul sistema muscolare, metabolico e perfino emotivo. L’orizzonte di approccio al paziente si è allargato a 360° in maniera da poter veramente risolvere,alla radice, le patologie del paziente.
Spesso, il chiropratico si trova di fronte a pazienti nei quali, come già detto, l‘ origine del problema muscolare, articolare o doloroso in generale risiede in altri organi specifici.
A questo punto, individuato l’organo colpevole si invia allo specialista. Nel caso che si tratti della bocca il paziente viene inviato genericamente al Dentista. L’odontoiatria è una branca della medicina molto vasta e complessa con mille sfaccettature professionali. una volta il dentista era il dentista e basta...
si occupava della dentiera della nonna, del ponte dello zio, dell’apparecchio del nipotino, insomma, era un... ”tuttologo”. Negli ultimi quindici anni la situazione è un pò cambiata, esistono ancora, specialmente nelle periferie e nei piccoli centri, molti dentisti “generici” ma in particolare fra i giovani prevale la tendenza alla specializzazione. Fra le varie specializzazioni esiste quella dello Gnatologo. Storicamente si definisce gnatologo il dentista che si occupa, in particolare, delle patologie dell’articolazione temporo-mandibolare cioè del sistema articolare mandibolare. Egli dovrebbe essere dotato, di particolari attrezzature quali l’assiografo, gli archi facciali, gli articolatori a valori individuali che permettano lo studio della funzione mandibolare.

Identificata la corretta posizione e dinamica articolare, si costruisce un “bite” cioè una placca intraorale di resina che permette all’articolazione di funzionare correttamente.
Ma... (nella vita c’è sempre un Ma...) la realtà clinica del paziente non è sempre questa: se storicamente il paziente “algico-disfunzionale” ( traduzione: ha male e non funziona) era colui con problemi articolari oggi, ”complice” il chiropratico, ci si è resi conto che questo concetto deve essere ampliato.
una cattiva occlusione dentale può essere la causa di quadri algici quali cervicalgia, dolori alle spalle, alla colonna ed altri distretti corporei con conseguente allargamento del lavoro dello gnatologo.
ovviamente c’è stata un evoluzione delle filosofie scientifiche e delle strumentazioni; da una visione meccanicistica si è passati a concetti neuromuscolari e neuro stomatologici. L’interdipedenza fra i due professionisti è obbligata dalle leggi della postura, infatti quando si modificano le informazioni provenienti dai vari distretti muscoloarticolari avviene un riassetto posturale che coinvolge anche la mandibola con conseguenti modifiche della posizione di chiusura. Tutto questo è facilmente risolvibile se entrambi i professionisti collaborano fra loro in perfetta simbiosi tecnica e culturale.

fonte:http://www.cojeda.com/Chiropratico+e+dentista+una+simbiosi+perfetta_1_2_207.aspx