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La bocca ed il corpo, parte terza

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La bocca ed il corpo, parte terza

 Il dente è senza dubbio una delle parti del nostro corpo che ha sempre vissuto una vita molto difficile. Erroneamente è sempre stato giudicato causa di atroci dolori e sofferenze e spesso ha terminato prematuramente la sua esperienza terrena gettato nella pattumiera accompagnato da epiteti non ripetibili.

Vedremo adesso di rivalutare questo organo, spesso vittima della nostra incuria e delle nostre fobie.

Un “grande filosofo” diceva sempre ai suoi pazienti: ”Ricordate che la natura i denti li regala due volte, la terza li pagate ”infatti le dentizioni naturali sono due la DECIDUA e la PERMANENTE .

I denti decidui (dal latino:decidùu.: cadere) sono comunemente chiamati “denti da latte” anche se erompono a partire dal 6°mese, quando l’allattamento è in fase terminale e iniziando lo svezzamento, il latte dovrebbe diventare un ricordo. In totale sono venti,dieci superiori e dieci  inferiori e si dividono in incisivi, canini  e molari. Iniziano a formarsi dalla sesta settimana di vita intrauterina e  alla nascita le corone sono già presenti nella mandibola. Con il passare dei mesi sviluppano le radici ,iniziando il cammino verso la superficie. Mentre è ancora inglobato nell’osso il dente raggiunge quasi le dimensioni definitive. Le ossa, mandibola e mascellare, che li dovranno accogliere sono però di dimensioni troppo piccole per ospitarli tutti già belli allineati; pensiamo alle dimensioni della faccia di un neonato rispetto ad un bimbo  di sei mesi o di un bambino di sei anni rispetto ad un adulto. La natura, che ha sempre soluzioni razionali per tutto, ha ovviato disponendoli nell’osso leggermente accavallati l’uno all’altro come le carte da gioco e ruotati.  Questo è la ragione perché, con grande preoccupazione delle mamme,  i primi decidui erompono “storti”; sarà poi la corretta azione di spinta della lingua a disporli in maniera ordinata, stimolando anche la crescita dell’osso. I Permanenti sono in totale 32 e nel loro tragitto verso la superficie seguono, in condizioni fisiologiche, le radici dei decidui che vengono gradualmente erose. L’estrazione prematura dei decidui può portare ad una mancata o non corretta eruzione. 

Il dente è formato da una parte che emerge dalla gengiva, la Corona e dalle Radici che sono all’interno dell’osso.

La corona è formata da un tessuto particolarmente duro e robusto: lo smalto. Questo tessuto ha una durezza elevatissima, pari a quella del vetro, però facilmente aggredibile dagli acidi e totalmente privo di innervazione propria.

 Al di sotto dello smalto troviamo la dentina. Questo tessuto è meno robusto dello smalto, è di aspetto poroso poiché contiene al suo interno i sottili filamenti nervosi che partendo dal nervo del dente, giungono fino a contatto dello smalto.  Questi filamenti sono i responsabili della sensibilità chimica e termica del dente. Quando mangiando un cibo dolce e avvertiamo una sensazione di fastidio o peggio di dolore al dente, significa che si è aperta una “via”, esempio una carie, che permette allo zucchero di arrivare alla dentina irritando le terminazioni nervose che a loro volta avvertono il cervello che “qualcosa” non va.

  Le radici sono costituite da dentina ricoperta all’esterno dal Cemento. Il Cemento è il tessuto che fa da tramite fra il dente e l’osso con la mediazione del parodonto (cfr. glossario). All’interno della corona, protetto dallo smalto e dalla dentina, vive tranquillo il nervo.

La parte di nervo all’interno della corona si chiama Polpa coronale, quella nelle radici Polpa radicolare. La polpa è costituita, come tutte le strutture sensibili, da tessuto nervoso ricco di recettori termici, chimici e pressori, da arterie che portano il sangue fresco, da vene e tessuto linfatico che drenano il sangue refluo e i prodotti catabolici del nervo. Questo tessuto nervoso è una diramazione dei tronchi del trigemino che trasporta alla corteccia cerebrale le preziose informazioni sul funzionamento di tutte le strutture della bocca. Osservando la corona di un dente, si notano sulla sua superficie delle protuberanze, le cuspidi, intervallate da avallamenti, le fosse. Questa morfologia permette ai denti di incastrarsi fra loro quando chiudiamo le arcate per deglutire e triturare il cibo durante la masticazione.

I denti si differenziano fra loro per forma e funzione e si dividono in:

•  Incisivi 

•  Canini

•  Premolari

•  Molari

Gli INCISIVI, frontali e laterali, sono quattro superiori e quattro inferiori. Di forma squadrata hanno la funzione di incidere e tagliare il cibo e sono dotati di una sola radice per cui non sono in grado di sopportare carichi eccessivi. Nella dentatura corretta, cioè fisiologica, essi non si toccano ma si sfiorano appena.

I CANINI, quattro in totale, sono vestigia delle zanne, la loro radice è la più lunga di tutte. Pur avendo perso la funzione di “azzannare”, essi rivestono un ruolo fondamentale nella guida della bocca in chiusura.

I PREMOLARI, otto in totale, hanno una struttura  intermedia fra i canini e i premolari e sono responsabili dei primi atti di schiacciamento in masticazione.

I MOLARI, dodici in totale, compresi i terzi molari o denti del giudizio, sono denti molto robusti, pluriradicolati. La presenza di radici plurime e molto robuste è legata allo schiacciamento e la triturazione del cibo (molare: da mola).

Durante la masticazione, per azione dei muscoli elevatori, esempio il massetere e il temporale, si scaricano sui molari forze notevoli dell’ordine di decine e decine di Kg. E’ stato calcolato che la potenza massima teorica degli elevatori vari dai 210 ai 400 Kg. Il valore medio di carico sui molari, in una dentatura completa e fisiologica si aggira dai 50 ai 110 Kg cm2. Oltre al ruolo nella masticazione, i molari hanno un’altra funzione fondamentale, il mantenimento della corretta altezza e posizione di chiusura delle arcate.

PRINCIPALI PATOLOGIE DENTALI

Come già visto il dente è un organo robustissimo in grado di sopportare forti carichi e stress ma... ha nemici che non perdonano: i batteri. La bocca, come tutte le cavità corporee a contatto con l’esterno, ha una ricca flora batterica, costituita sia da batteri “buoni” sia da “cattivi” in perfetto equilibrio fra loro. Questo equilibrio è particolarmente delicato e fragile e talora basta poco per alterarlo e... prevalgono i batteri patogeni con comparsa di infiammazioni e quindi infezioni. Lo smalto viene facilmente aggredito dagli acidi che i batteri secernono nei processi di disgregazione dei residui alimentari non rimossi con lo spazzolamento. Da questa aggressione si  sviluppa la carie. Se la carie non viene affrontata subito, ecco l’importanza delle visite di controllo anche in assenza di sintomatologia, l’aggressione prosegue approfondendosi nella corona verso la camera pulpare. Giungendo al nervo i batteri creano uno stato infiammatorio che crea lieve dolenzia a fitte lievi. Senza un rapido intervento terapeutico l’infiammazione peggiora e con essa la sintomatologia. Se dall’infiammazione si passa all’infezione... ecco la notte in bianco...