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La Corazza - atteggiamento di difesa al miglioramento

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Si presenta il paziente pieno di dolori e storto da una vita. Riceve un trattamento con l’intento di riequilibrare la sua postura e di togliergli le relative tensioni.  Dopo la seduta si sente come nuovo, è dritto e felice. Al prossimo appuntamento però non è più dritto, si lamenta delle reazioni subite nel frattempo e mette in dubbio il procedimento. Con il passare del tempo, con ogni seduta si avvicina poi piano piano a un suo nuovo equilibrio. Però purtroppo non tutti i soggetti si fanno portare in questo nuovo stadio, perché evidentemente portano ostacoli con se, che sono talmente tenaci  da scongiurare una guarigione definitiva.

Altro esempio: il soggetto obese con tanti chili in troppo si fa convincere di affrontare una dieta ipocalorica, e davvero riduce il suo peso e sta meglio. Però in seguito allentando per poco la sua dieta ingrassa all’improvviso in modo esponenziale. Questo fenomeno è intitolato  effetto yo-yo.

Terzo esempio: il paziente psicologico che da una vita subisce trattamenti del suo stato d’animo ma dopo brevi periodi di rasserenamento ricasca nel buio della depressione.

 Che cosa accomuna questi tre destini?

In ognuno di noi si trovano tendenze diverse  potenzialmente  in contrasto fra di loro come quella dell’omeostasi, ossia del principio di mantenere il  possesso della piena salute, di seguire e di rispettare un piano di costruzione, dato al momento del concepimento, e d'altronde ostacoli alla guarigione, che appunto impediscono la soluzione dei problemi.

Questi ostacoli vanno cercati e possibilmente rimossi dalla regolazione, per poter proseguire la via verso la salute.

Ostacoli alla guarigione sono di tutti i tipi immaginabili, di natura tossica, microbica, alimentare, metabolica,  psichica, da forze elettro – magnetiche, meteorologiche, ecc, ecc, condizioni da svelare e da eliminare. Questo approccio è tipico per la medicina integrativa.

Altri ostacoli possono essere anche non eliminabili perché di origine genetica, oppure assunte durante la vita in maniera traumatica o invasiva e non più rimovibili. Esempio è la scoliosi, che si basa su una genetica specifica, e che una volta istauratasi ed arrivata nell’età adulta, non sparisce più. Analoghi sono da considerare esiti di fratture e processi mutilanti subiti nel passato, che in seguito condizionano alterazioni fisiche e strutturali, le cui terapie cozzano costantemente contro   appunto  queste condizioni ormai cronicizzate. A titolo d’esempio rammento il soggetto, reduce da incidente stradale con svariate fratture e lesioni strutturali, le quali in seguito tendono ad allargare l’invalidità invece di essere reintegrate.

La medicina integrativa cerca di analizzare attentamente tutto il quadro riferito dal paziente, innanzitutto quando si tratta di malattie croniche, che evidentemente non sono potute guarire appunto per la coesistenza di ostacoli al ricupero.

Significato particolare riveste al mio parere un momento di natura comportamentale – spirituale: il fenomeno della corazza, termine scelto per descrivere un atteggiamento comunissimo, che si riscontra a tutti i livelli dell’esistenza umana e nelle sue patologie.

Un po' lo facciamo tutti: volerci rifugiare al passato, alle certezze, al conosciuto anche se pieno di dolori, di esperienze piuttosto da non ripetere. L’uomo è un essere abitudinario, conservatorio, restio e critico in confronto del cambio, soprattutto quando esso tocca le sue condizioni esistenziali e la salute.

Un ruolo intermedio di particolare importanza quasi da fattore di trasmissione del concetto ora esposto assume l’apparato odonto-mascellare. Qui è situato un controllo spesso negativo dell’apertura mentale e comportamentale o rispettivamente della chiusura e del rifiuto di ogni cambio.

Dai studi della Dentosofia e della Stomato-Gnatologia olistica ormai è sapienza accreditata, che la forma e il modo con cui si articolano i denti e le sue arcate fra di loro, nascono nell’infanzia anche in seguito a sollecitazioni emozionali. Cosi segue alle esperienze fatte in  questa fase, se sono di tipo armonico, sociale e caloroso una occlusione perfetta fra le arcate dentali. In caso contrario si sviluppano condizioni difficili con ritardi di dentizione ed alterazioni dei rapporti fra i singoli denti e fra le arcate.

 I blocchi psico-emozionali subiti e sviluppatisi in questa fase delicata,  spesso permangono in seguito  proprio in relazione  a ripetuti movimenti ormai viziati e distorti delle arcate dentali. Contatti violenti e squilibrati fra i denti fungono quasi da ancoraggio continuo di problemi e ostacolano permanentemente la loro soluzione. Ci sono diverse scuole fra altro la Dentosofia, che si occupano di questa tematica. Conoscono nell'dettaglio il sistema  di interferenza fra dente, mente ed emozioni.

Bisogna uscire con determinazione dall’ incubo di fare scatenare emozioni negative ad ogni contatto fra due denti , altrimenti la corazza non si scioglierà e il patimento non finirà mai.

  La vita avviene oggi e va vissuta in preparazione del domani. Il nostro compito è di imparare si dal passato ma di provvedere anche alla sua archiviazione al più completa possibile, di assumere una posizione evoluta e di cercare di perfezionarla nel futuro. E' una considerazione valida sia per atteggiamenti psichici sia fisici. Chi è grasso tenderà sempre a tornare grasso, chi è storto tenderà di tornare storto, chi è depresso, violento o drogato lo rimarrà.

 Ci vuole impegno!!  Altrimenti strutture cimentate in  decenni non si scrostano, le ricadute nel passato sono inevitabili.