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inquinamento da onde elettromagnetiche

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Frainteso, sconosciuto, disprezzato, considerato ciarlataneria: elettrosmog è per chi capisce e chi cerca sbocchi dalla malattia cronica un entità comunque da valutare. Il paziente, che o non reagisce o sviluppa sintomi non deducibili dopo le terapie razionali della medicina integrativa, è bene sottoporlo a un accertamento in merito. Ho lo specialista alla mano serio e ferrato, capace di trovare le energie negative, che ha addosso il paziente e il luogo d'origine quale sua casa o il posto di lavoro.

Uno dei temi valutati in medicina integrativa, quando si tratta di capire, perché si è creata una patologia cronica, è l’aspetto della geopatia e dell’inquinamento da onde elettromagnetiche di varia frequenza.
Non ce ne possiamo del tutto liberare nel mondo, soprattutto in quello moderno. Abbiamo però l’opzione, di crearci almeno un rifugio domestico, una specie di tana, dove ci possiamo rigenerare in quelle ore, quando non dobbiamo essere a giro di fuori. La casa di chi ci tiene alla salute, deve essere controllata, e se necessario, schermata da uno specialista in radiestesia.
Le ore più importanti per la rigenerazione sono di notte.
Il cervello in alcune ore del sonno, rigenera le cellule del nostro corpo e ripara gli squilibri ormonali, le infiammazioni, le patologie e tutto ciò che si oppone al normale equilibrio naturale. Il cervello dialoga con le cellule attraverso impulsi elettrici. Qualora il messaggio "elettrico" fosse disturbato da campi elettrici e/o magnetici provenienti dall'esterno, il nostro corpo non riesce a rigenerarsi a dovere. 
Capita spesso, che soggiorni trascorsi in luoghi inquinati da campi elettromagnetici portano ad un prolungamento delle ore di sonno e lasciano sempre il fisico spossato e stanco. Ecco perché è bene far effettuare una misura della propria abitazione per vedere se i luoghi di soggiorno prolungato (ufficio, camera da letto, cucina) sono sgombri da inquinamento elettromagnetico. 
La cucina ad esempio è il luogo più inquinato con il frigorifero che ha il motore sempre acceso, la lavastoviglie, il forno elettrico, il microonde. La camera da letto ha le abat-jour con fili esterni accanto al cuscino dove si dorme,poi le prese e i fili elettrici nella parete dietro la testata del letto; l'ufficio ha computer, piantane alogene, stampanti, condizionatori d'aria e quant'altro, che producono campi elettromagnetici. Una mappatura con le relative distanze di sicurezza può aiutarvi a ristabilire un certo equilibrio fisico.
L’altra fonte d’ inquinamento radi estetico viene dall’esterno, in forma di onde elettromagnetiche di varia frequenza e radar, spesso in associazione a geopatie, che sono falde, faglie con nodi ed incroci delle diverse linee di forza fra di loro e con la rete Curry e Hartmann, che in modo indisturbato appartiene alla normale conformazione elettrica della superficie terrestre, mentre in sovrapposizione con i fenomeni descritti possono recare molto danno.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad un rapido aumento di connessioni wireless (WLAN o Wi-Fi) e questo ci preoccupa molto. Si trovano hot-spot wireless in molte case private, edifici pubblici (scuole, biblioteche, ospedali, alberghi, aeroporti, stazioni ferroviarie), internet caffè e nei luoghi pubblici delle grandi città. I treni passeggeri internazionali sono dotati di Wi-Fi. Le compagnie possono consentire ad altre compagnie o ad uffici di connettersi alla loro rete.

In Germania le reti wireless operano ad una frequenza di circa 2450 MHz e si possono usare frequenze anche tra 5000 e 6000 MHz. In modalità standby, quando non si trasmettono dati, il segnale viene acceso e spento con una frequenza di 10 Hz. In questa stessa frequenza si trovano le onde alfa del cervello. La distanza media dell’utente dall’hot-spot negli ambienti esterni è generalmente di 300 metri, ma sebbene oppongano qualche attenuazione, le pareti lasciano comunque passare le radiazioni.

Il livello di esposizione effettivo in un luogo dipende da vari fattori, compresa la distribuzione dei cosiddetti punti di accesso (trasmettitori), la caratteristiche dello spazio interno (per esempio: effetti di riflettenti o di schermatura delle strutture degli edifici) e la distanza da computer portatili.

Sono stati misurati livelli allarmanti di radiazioni nelle vicinanze di router Wi-Fi, dei punti di accesso Wi-Fi e di computer portatili connessi al Wi-Fi: ad esempio a 2 m di distanza sono stati riportati da W. Maes (1) livelli fino a 3.000 μW/m² , nel 2010 la Ecolog Institute (2) ha riscontrato, a 0,2 m da un router Wi-Fi 8,8 V/m = 205,000 μW/m², da un punto di accesso Wi-Fi, 7,5 V/m = 149,000 μW / m²; lo studio IMST (3) ha misurato 27,000 μW/m² a 0,5 m di distanza da un computer portatile. Secondo Le Linee Guida della Building Biology Evaluation (4), questi livelli (oltre 1.000 μW/m²) sono classificati come una “estrema preoccupazione.” In presenza di molti utenti (ad esempio, 20 studenti in una classe) i livelli di esposizione sono ancora più alti.

La radiazione da Wi-Fi viene percepita come particolarmente stressante e non sono solo le persone elettrosensibili a dirlo, ma anche persone sane segnalano il loro disagio in presenza di Wi-Fi. Lamentano numerosi sintomi e problemi di salute, in particolare mal di testa, irregolarità cardiaca, difficoltà di concentrazione, nausea e vertigini, stanchezza. Come riportato nell’Appello di Friburgo possono verificarsi anche spasmi muscolari spontanei, astenia e altri sintomi. In considerazione della vasta letteratura scientifica sugli effetti non termici delle radiazioni da cellulare è sorprendente che ci siano solo pochi studi che trattano specificamente delle radiazioni da Wi-Fi.

Magda Havas: studio inedito 2010 (5)

Papageorgiou, C.C. et al. (2011) hanno rilevato, in presenza di Wi-Fi (6), ridotta attività elettrica e livello di attenzione nei giovani.

Maganioti, A.E. et al. (2010) hanno osservato che l’attività dell’EEG in giovani donne esposte a radiazioni Wi-Fi si è modificata nel corso di test sulla abilità cognitiva. (7)

Avendano, C. et al. (2010) hanno dimostrato danni allo sperma quando è stato posto un portatile abilitato alla connessione Wi-Fi vicino ad un soggetto. (8)

Grigoriev, Y. (2011): dichiarazione generale sugli effetti dei dispositivi di comunicazione senza fili su bambini: in uno studio condotto su bambini di età compresa tra 7 e 12 anni si è osservata una diminuzione di segnali importanti delle loro prestazioni cerebrali. (9)

Avvertenze sulle radiazioni Wi-Fi sono state pronunciate da anni, ad esempio da:

2003: Swisscom ha sviluppato un dispositivo Wi-Fi che consente di disattivare il segnale ad impulsi di 10 Hz in modalità di attesa. Nel fascicolo di brevetto (pubblicato 2004), Swisscom ha indicato come ragionevole per la domanda di brevetto, che il materiale genetico può essere danneggiato a causa di effetti non termici.(10)

2006: Il distretto scolastico di Francoforte sul Meno respinge l’uso di Wi-Fi nelle scuole su sollecitazione del Sindacato dei Lavoratori dell’Educazione e della Scienza. (11)

2007: Il governo federale di Germania raccomanda di evitare l’uso di Wi-Fi. (12) La Commissione della Pubblica Istruzione e protezione dei consumatori del Parlamento bavarese raccomanda che le scuole preferiscano le soluzioni cablate piuttosto che quelle wireless. (13)

2007: La città di Parigi disattiva la connessione Wi-Fi appena installata nelle sue librerie dopo denunce presentate dagli impiegati. (14)

2008: L’unione degli insegnanti nel Regno Unito mette in guardia contro l’installazione di Wi-Fi nelle scuole.(15)

2009: L’Ufficio Federale per la Protezione dalle Radiazioni della Germania: “Le fonti più potenti di radiazioni elettromagnetiche in case private sono i telefoni cellulari, telefoni cordless DECT e Wi-Fi. Per motivi precauzionali, si raccomanda ai consumatori di usare il telefono cellulare il meno possibile e preferire il telefono fisso cablato. (16)

2009: La città francese di Hérouville-St.Claire decide di rimuovere la connessione Wi-Fi dalle scuole; la decisione si basa sul principio di precauzione. (17)

Giugno 2012: Yuri Grigoriev del Comitato Nazionale Russo per Le Radiazioni Non Ionizzanti (RNCNIRP) dice che le radiazioni emesse dalle reti wireless, telefoni cellulari, e ripetitori sono un pericolo per la salute dei bambini; l’OMS e le agenzie sanitarie nazionali devono regolamentarle. (18)

Sono state emesse avvertenze sulle reti wireless e le richieste di persone esposte a queste radiazioni sono state accolte e le reti rimosse e non sono state etichettate, come spesso accade quando si segue la raccomandazione dell’OMS, (19) come persone con problemi psicologici. Ci sono sufficienti prove scientifiche di ricercatori indipendenti che indicano gli effetti dannosi delle tecnologie wireless. (20)

Per motivi precauzionali, noi medici consigliamo vivamente di rinunciare all’uso delle applicazioni wireless. Sebbene spesso considerate innocue, tecnologie come la Power Line (PLC) o la dLAN non rappresentano delle alternative al Wi-Fi perché utilizzano la rete elettrica di un edificio per trasmettere dati e, così, l’intero cablaggio elettrico della casa con la rete di cavi, le lampade e tutte le altre apparecchiature elettroniche emetterà – a livelli di potenza inferiori di una rete Wi-Fi – delle onde radio e, nel campo vicino, ci saranno un campo elettrico e uno magnetico, alla cui esposizione gli occupanti dell’edificio non potranno sottrarsi. (21)

I bambini, le persone malate, i disabili, e gli anziani, sono particolarmente a rischio a causa dei campi elettromagnetici. I bambini, dal momento che i loro corpi e cervelli sono ancora in via di sviluppo, sono particolarmente sensibili alle condizioni ambientali non fisiologiche. Esplicando la loro gioia di scoprire e seguendo il loro istinto del gioco, i bambini percepiscono questi dispositivi elettronici senza fili come un attraente giocattolo, completamente ignari di qualsiasi rischio. Come genitori e tutori, abbiamo la responsabilità di tutelare i bambini che rappresentano il nostro futuro.

Si consiglia pertanto di rinunciare all’uso del Wi-Fi scegliendo invece soluzioni cablate, sicuramente a casa così come nelle scuole e nelle scuole dell’infanzia, insomma, in tutti i luoghi in cui i bambini trascorrono lunghi periodi di tempo.

21 luglio, 2012 Dr. Christine Aschermann, Leutkirch - Dr. Barbara Dohmen, Murg