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Ortopedia –Posturologia - Chiropratica – Osteopatia – Fisioterapia – Massaggi

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 Spesse volte la gente che cerca aiuto per disturbi di rachide ed articolazioni periferiche non sa, a chi si rivolgere.

Primo approccio in genere è l’ortopedico, medico convenzionato con il SSN. Qui si cerca di fare diagnosi con l’ispezione e tramite l’esecuzione di accertamento RX, TAC , risonanza magnetica , ecografia.

La professione dell’ortopedico appartiene al campo della chirurgia. Perciò la sua visione e la sua ricerca di trovare risposte nei suoi accertamenti sono indirizzati all’assetto strutturale del paziente e meno  a quello funzionale, energetico e rivolti  magari a capire gli elementi di comunicazione delle varie parti dell’organismo.  Si valutano quindi alterazioni morfologiche delle strutture portanti, si cercano ernie, sporgenze, usure,  strettezze di canali e quant’altro. Si da l’importanza predominate ai vari quadri radiologici seguendo nel ragionamento diagnostico a tutto quello che si differenzi da una norma statistica.

Conseguenza diretta di questo atteggiamento è il credo dell’ortopedico, che sostanzialmente è l’intervento chirurgico il procedimento più efficace a riportare le alterazioni patologiche a una norma condivisibile.  Sottovaluta assolutamente ogni discorso di tipo funzionale e prescrive cure di semplice effetto antidolorifico  ed antinfiammatorio  in attesa di una autoguarigione del paziente oppure del momento  di intervenire chirurgicamente secondo la logica descritta in precedenza.

Il concetto dell’ortopedico del fisico è quella della macchina, che va trattata dal carrozziere.

L’approccio dell’ortopedico è quindi diverso dalle varie tipologie che rappresentano la  “ medicina manuale”, l’agopuntura, neuralterapia e quant’altro.

Gli esecutori che rientrano in questa specie hanno in comune l’approccio non invasivo, l’intento di riportare equilibri persi, di ripristinare funzioni e di compensare difetti anche di tipo organico- strutturale con metodiche che non si fermano lì  dove il referto radiologico mostra l’alterazione, come l’ernia o la sporgenza ossea (spondilofita) , ma cercano di aggirare l’ostacolo e di reintegrare  le varie parti compromesse in modo tale, che alla fine torni un movimento sufficientemente libero e poco dolente dell’articolazione lesa.

Segue a questa impostazione :

-          Il massaggiatore:

costui agisce a livello muscolare, cerca di sciogliere contratture e gelosi e di dare sollievo al paziente offrendo distensione, benessere e aumento della mobilità.

Lavorando solo e prettamente a livello muscolare e non tenendo conto delle altre interferenze che determinano il gioco muscolare, il massaggio rappresenta l’anello più debole della “medicina manuale”, i suoi risultati in genere non sono duraturi e non adatti a risolvere problemi di maggiore rilievo.

-          Il fisioterapista

Questa tipologia di lavoro manuale rappresenta il secondo livello del quadro.

Lui interviene a livello delle funzioni perse, nel campo della riabilitazione postoperatoria, neurologica, ortopedica ecc. e sfrutta tecniche di rinforzo ginnastico, di distensione muscolare, capsulare e fasciale, di attivare e controllare riflessi neurologici, tutto sommato procedimenti adatti per riportare mobilità e riduzione del dolore.  La fisioterapia ha la sua forza soprattutto nel campo della riabilitazione, affrontando pazienti che hanno perso una grande parte delle loro capacità motorie , magari degenti, fortemente traumatizzati ecc. Le sedute sono ripetitive e spesso di grande frequenza.

-          L’osteopata

Il sistema di comunicazione principale del corpo umano è accanto al sistema nervoso il sistema delle fasce.

Queste cuticole, che avvolgono organi e muscoli, si inseriscono sulle ossa, sono connesse fra di loro, autonomi, con movimenti integrati, che contengono anche le meningi, la pleura e il peritoneo, rappresentano uno scheletro con una spiccata variabilità  attraversano tutto l’organismo e fanno comunicare all’istante parti anche molto distanti fra di loro come ad esempio  capo e  piedi.  Il sistema delle fasce possiede una frequenza di battito, tipico anche per  cuore e  respirazione.

Questo sistema offre quindi una base di regolazione per muscoli, articolazioni e organi. Un arto poco mobile, un muscolo bloccato e non allenabile, un settore teso e contratto, che non reagisce ne a massaggi ne allo stretching, tutti questi disordini trovano una loro concausa nella distorsione, lesione ed incongruenza delle fasce di riferimento.

Ecco che l’osteopata interviene a questo livello.

Si distinguono diversi modelli dell’osteopatia: esiste l’osteopatia viscerale con trattamento profondo  ed indirizzato a risolvere disfunzioni di organi;  l’osteopatia scheletrica lavora il rachide, gli arti, il mondo ortopedico; la terapia cranio-sacrale interviene sulle ossa che compongono il cranio e che stanno in rapporto con la funzione di tutta la colonna vertebrale emanando una frequenza di battito, che nel caso fisiologico prosegue nelle altre strutture subordinate in modo armonico. Il FDM ( modello delle distorsioni delle fasce ) a sua volta definisce tutta una serie di modi lesivi delle fasce che trovano seguito in terapie specifiche manuali e ripristinano qualora anche all’istante funzioni, ridanno distensione e tolgono dolore a livello del rachide.

-          Il chiropratico

Questo operatore nel campo della medicina manuale agisce nel centro del rachide, a livello della vertebra e del rispettivo controllo segmentale oltre alle articolazioni del capo e degli arti. E’ la posizione vertebrale e articolare che nel contesto regola la tensione delle fasce, che propagano l’impulso in periferia. In questo modo si propagano anche le tensioni dovute a  malposizioni vertebrali ed articolari, che disturbano lo svolgimento dell’attività corporea fino ai visceri e soprattutto al sistema nervoso. E’ il rachide nella sua complessità regolativa ora descritta, che funge da portale principale d’ingresso di afferenze di controllo del sistema nervoso, le cui attività ne vengono influenzate.

Quindi è il chiropratico che interviene a livello del rachide, dell’apparato locomotorio non solo per ridurrci dolori e tensioni ma svolge anche il ruolo di assicurare la perfezione del gioco delle parti per dare al sistema nervoso e agli organi riferimenti congrui.

Il chiropratico in genere non cambia la struttura, un ernia rimane principalmente un ernia , una degenerazione rimane tale, ma si fanno sentire meno, si aggira l’ostacolo, riprende la mobilità e la vita. Con il passare del tempo, ernie e strutture legamentose possono anche variare e perdere i loro impulsi lesivi.

-          La posturologia

Essa rappresenta  l’apice della piramide delle possibilità di riportare in sesto il rachide e il fisico di relazione. 

Parte dal presupposto, che ci sono punti cardini, i recettori, che determinano la posizione di colonna ed arti, che interferiscono con la mobilità delle vertebre e delle fasce. La riprogrammazione posturale, che non appartiene più alle terapie manuali ma rappresenta un approccio neurologico, è in grado di risistemare l’equilibrio del corpo in seguito alla normalizzazione della funzione dei recettori, che sono gli occhi, i piedi,  l’occlusione delle arcate dentali ed altri.

Conclusione: esiste un mondo di procedimenti funzionali capaci di energizzare, risistemare e riequilibrare il fisico. Non è l’unica terapia quella ortopedica meccanica e spesso invasiva, che oltre a non soddisfare  alle esigenze della maggior parte delle patologie dell’apparato locomotore, crea spesso patologie in seguito ad interventi chirurgici, che possono essere evitati.