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Ricerca scientifica in chiropratica

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Il caso clinico che evidenzia una guarigione naturale e completa di un paziente sofferente di ernia del disco grazie alle cure chiropratiche.

 
Le persone che soffrono di ernia del disco si rivolgono sempre più di frequente al chiropratico. Molte volte ne sentono parlare da conoscenti e mass media ma negli ultimi anni, sempre più spesso, la visita dal chiropratico è suggerita dal medico di base o dallo specialista. In alcuni casi i pazienti soffrono di dolori così forti che neanche le più potenti cure farmacologiche possono migliorare e che, oltre ad essere invalidanti, talvolta impediscono anche di dormire. Fino a qualche anno fa ai pazienti sofferenti di ernia discale veniva consigliata l’operazione chirurgica, ma oggi non è più così.
Il percorso curativo naturale rimane lungo perché si tratta di un infortunio di tipo legamentoso e un qualsiasi legamento del corpo umano ha bisogno di alcuni mesi di cura per riprendere la propria elasticità e funzionalità. Questo non significa che i pazienti devono soffrire a lungo. Solitamente con la cura chiropratica si nota un grande miglioramento della sintomatologia nelle prime quattro settimane di trattamenti , ma affinché la colonna vertebrale torni alla sua funzione ottimale generalmente occorrono alcuni mesi.
Inoltre è importante riprendere l’attività fisica quanto prima anche solo con brevi camminate, sarà poi fondamentale abbinare esercizi specifici per recuperare la tonicità muscolare.
Cos’è?
Le 33 vertebre della colonna vertebrale sono separate da dischi composti da cartilagine e sono costituiti da una parte esterna fibrosa (anulus fibroso) ed un interno gelatinoso (nucleo polposo) che ammortizza lo shock del peso e dei movimenti. I dischi intervertebrali sono soggetti a malattie, a degenerazione e a piccole lacerazioni. Quando la parte esterna fibrosa si danneggia, il materiale gelatinoso intorno al disco fuoriesce causando l’ernia. Se invece la fuoriuscita e’ esclusivamente della parte esterna del disco senza interessamento del nucleo si dice protrusione discale.
L’ernia può provocare dolore quando spinge posteriormente contro i tessuti intorno ad essa ed i nervi spinali adiacenti. L’ernia discale può avvenire in qualsiasi punto della colonna vertebrale ma, più comunemente, affligge la zona cervicale e quella lombare.
Sintomatologia Ernia del disco cervicale
Dolore nella regione del collo, spalle, cefalea, dolore nel braccio con possibile formicolio, perdita di forza 
Ernia del disco lombare
Dolore nella regione della schiena, anche e natiche, dolore nella gamba (sciatica) con possibile formicolio, perdita di forza e mancanza di sensazioni al tatto.

Trattamento chiropratico
Il trattamento è specifico, soggettivo e mirato a seconda del caso. Dopo una visita accurata e una valutazione dettagliata degli esami (TAC e/o Risonanza Magnetica) il trattamento è mirato a ripristinare la funzionalità della colonna vertebrale e eliminando quindi la causa del problema, non solamente i sintomi.
Ricerca
Autorevoli personalità mediche e chiropratiche concordano oggi sul fatto che l’ernia discale sia considerata in primo luogo un’affezione non chirurgica, da trattarsi con metodi conservativi. Le motivazioni principali sono le seguenti: spesso è presente un’ernia discale, confermata dall’imaging, ma la causa del dolore è un’altra disfunzione articolare o muscolare. Oggi è noto che circa il 40% delle persone sopra i 40 anni presentano un’ernia chiaramente visibile all’imaging ma non manifestano alcun dolore o altro sintomo di sorta.
Nei casi in cui il disco è effettivamente la fonte del dolore, la causa primaria di tale algia non è la compressione delle radici nervose, come si riteneva precedentemente, ma l’infiammazione (dovuta a materiale fuoriuscito nello spazio epidurale). La manipolazione sembra ridurre l’infiammazione, in taluni casi rimuovendo il materiale erniato dalla radice del nervo. La compressione nervosa, ove presente, causa la perdita di sensibilità, capacità motoria e riflessi.

Caso clinico
Manuel Mazzini DC CCSP
Il giorno 11/02/06 la signora Elisabetta, anni 42 di razza caucasica, si presenta nel mio studio accompagnata dal marito perché non riesce a reggersi in piedi dal mal di schiena e inizia a raccontarmi la sua storia premettendo che la chiropratica è la sua ultima speranza. Questa è la sua storia: Dice di non dormire da tre notti a causa di un insopportabile dolore alla schiena che scende sulla gamba destra dal gluteo fino al piede e di non trovare nessuna posizione che le dia pace. Racconta di aver sempre sofferto di mal di schiena fin da ragazza e di essere già stata visitata e trattata da più specialisti della colonna vertebrale ma di non essersi mai rivolta ad un chiropratico.
Nel 2004 un neurochirurgo le propone un intervento chirurgico dopo averla visitata e aver visto l’esito della risonanza magnetica (fig. 1) che mostra una evidente ernia del disco tra L4 e L5, ma lei rifiuta l’intervento preferendo una cura farmacologica con punture di Voltaren e Muscoril. Dopo la cura farmacologica il dolore scompare fino al gennaio del 2006, quando un mattino la signora inizia a sentire un dolore lancinante nella regione lombare che scende sulla gamba destra. Il medico le prescrive le stesse cure farmacologiche che le hanno giovato in passato, ma il dolore non si attutisce.
Il medico di base decide, quindi, di sostituire gli antinfiammatori con una cura a base di cortisone, che non da alcun sollievo dei sintomi. Per questo motivo viene richiesta un’altra risonanza magnetica (fig. 2) chemostra un evidente peggioramento della stessa ernia discale con compressione della radice del nervo di L5 a destra. Da qui le consigliano una visita dallo specialista in neurochirurgia. Il neurochirurgo dopo la visita suggerisce di nuovo un operazione chirurgica urgente, ma la paziente rifiuta ancora una volta l’operazione.
Su consiglio di un amico di famiglia,decide di rivolgersi ad un chiropratico come ultima cura possibile prima dell’operazione. Dalla visita chiropratica noto una radicolopatia lungo tutto il dermatoma di L5 sulla gamba destra. Il test di Lasegue è positivo a 20° sulla gamba destra dove inizia a dare dolori sulla schiena riflessi sulla gamba destra, il muscolo estensore dell’alluce a destra è molto debole, inoltre, la paziente risulta positiva ai test kinesiologici per individuare la tensione della dura madre. Inizio il primo ciclo di sedute di chiropratica, due sedute alla settimana per quattro settimane, dove tratto la paziente con aggiustamenti delle sublussazioni vertebrali lungo tutta la spina dorsale.
Dopo un mese la paziente è asintomatica,i test neurologici e ortopedici sono negativi così consiglio alcuni esercizi di back school per mantenere mobile la colonna vertebrale e consiglio un trattamento mensile per sei mesi. A Settembre 2006 la paziente eff ettua l’ultima risonanza magnetica (fig. 3) dove risulta scomparsa l’ernia discale, la paziente si sente bene perciò le consiglio un controllo chiropratico semestrale oltre che di continuare gli esercizi fisici.

Dr Mazzini Manuel, D.C