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Posturologia,Ortodonzia e Dentosofia

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 La “postura“ è intesa come la relazione spaziale tra segmenti scheletrici il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio anche in condizioni di instabilità del soggetto o dell’ambiente circostante.

 La postura esprime il modo in cui ogni soggetto si adatta a livello  fisico, psichico ed emozionale alle forze esterne, in prima linea quella di gravità. L’atteggiamento posturale riveste quindi un ruolo di comunicazione, attraverso la quale manteniamo  un collegamento non verbale con i nostri simili.

L’approccio posturologico nei confronti del paziente non si limita al sintomo e quindi non è una cura del sintomo, ma cerca di affrontare tutte le problematiche e quindi la persona nella sua interezza.

La posturologia poggia sul concetto del recettore, antenna di comunicazione del sistema di equilibrio con l'esterno.

Occhio, pianta del piede, arcate dentali e l'articolazione  temporo-mandibolare sono i centri recettoriali più importanti, sui quali si poggia il sistema tonico posturale. Le ricerche dell'Università di Marsiglia degli ultimi 50 anni hanno rilevato, che queste tre strutture   hanno la più grande densità di recettori (antenne), che captando i specifici segnali, stanno alla base di un sistema informatico formato da fibre nervose, nuclei midollari e riflessi muscolari, responsabile dell'equilibrio e dell'adattamento del tono muscolare.

Esiste un gerarchia d'importanza fra questi recettori.

L'asse dell'occhio riveste la funzione dominante nel controllo dell'equilibrio posturale; esso è inoltre strettamente collegato con gli altri recettori, al posto 2 il piede, al posto 3 l'occlusione dentale.

Il piede controlla l'equilibrio tonico, quindi la tenuta dell'asse in assenza di ogni movimento, ad occhi chiusi. Qualora il corpo dovesse mettersi in movimento interviene il vestibolo, l'apparato labirintico dell'orecchio interno, a gestire l'adattamento dell'asse alle forze gravitazionali. 

Il contatto delle arcate dentali, l'occlusione con la sua attività prevalentemente notturna, svolge un attività di reset delle strutture nervose di controllo del tronco encefalico.

La riprogrammazione posturale agisce a tutti i tre livelli, tenendo conto della gerarchia descritta.

La cosiddetta ortodonzia, l'intervento di stabilizzazione  dell'occlusione insostenibile, non dovrebbe  quindi esulare dalla metodologia dell'approccio posturale olistico.

In mancanza di conoscenza di queste regole purtroppo la realtà del lavoro delle varie specialità mediche è tutt'altra. Innanzitutto è l'odontoiatria ad intervenire spesso in modo sproporzionato a livello dell'occlusione provocando l'adattamento in seguito dell'asse in forma di storture, malposizionamenti, carichi unilaterali, scoliosi  e quant'altro.   

L'intervento sul rapporto delle arcate dentali può essere comunque molto utile ai fini sia di stabilizzare la postura sia poi anche di agevolare la soluzione di blocchi psico-emozionali, che spesso permangono proprio in seguito a ripetuti movimenti viziati delle arcate dentali, permettendo che contatti violenti e squilibrati fra denti funge quasi da ancoraggio continuo di problemi che possiedono un riferimento al dente in questione. Ci sono diverse scuole fra altro anche la Dentosofia, che si occupano di questa tematica. Conoscono nell'dettaglio il sistema  di interferenza fra dente, mente ed emozioni.

 In ogni modo è la  riprogrammazione posturale che  dovrebbe sempre precedere a un qualsiasi intervento a livello dentale, visto che l'occlusione essendo  recettore posturale di terzo livello  nella gerarchia dei recettori segue all'occhio e ai piedi. Il miglioramento della percezione nitida da parte dei recettori occhio e piede già di per se compensa una grossa parte dei disturbi recati dalla disfunzione occlusionale ma consolida il sistema dell'equilibrio tonico posturale in modo tale da evitare ripercussioni negative sull'asse da parte di interventi ortodontici!

fonte Dentosofia