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Alla scoperta della postura: le basi neurofisiologiche della riprogrammazione posturale

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La “postura“ è intesa come la relazione spaziale tra segmenti scheletrici il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio anche in condizioni di instabilità del soggetto o dell’ambiente circostante. L’approccio posturologico nei confronti del paziente non si limita al sintomo e quindi non è una cura del sintomo, ma cerca di affrontare tutte le problematiche e quindi la persona nella sua interezza;

la persona possiede una storia e problematiche apparentemente “silenti”, ma che potenzialmente potrebbero diventare causa di malessere sia a livello fisico che mentale (il lombalgico o il cefalalgico non vivono bene, limitati come sono dal dolore!) e sociale, basti pensare al costo in giorni di assenza per malattia determinato da queste patologie: quindi è fondamentale il ruolo preventivo di questo approccio.

Il recettore podalico è, insieme all’occhio, il recettore fondamentale del sistema posturale. Ciò che interessa più particolarmente è il meccanismo muscolare dei movimenti oculari. I 2 occhi formano in realtà un solo organo. Allo stato normale questo coordinamento è praticamente perfetto. Gli squilibri oculomotori sono proprio i disturbi che affliggono questo coordinamento. Un occhio non può fare alcun movimento che non si possa ritrovare identico nell’occhio opposto. I movimenti sono dunque sempre binoculari. Ciò che è importante è che la mobilità dell'occhio in tutti i sensi avviene attraverso una rotazione. Il riflesso di convergenza è la combinazione del riflesso di fissazione e del riflesso di fusione. Il ruolo dei movimenti di fusione è di modificare la posizione rispettiva degli occhi affinché le immagini si creino di nuovo su paia di punti corrispondenti retinici. La convergenza, lo si capisce, è un movimento essenziale degli occhi e può essere, come tutti i movimenti oculari, volontaria o riflessa (torsione eccettuata). Nella visione corrente è la convergenza riflessa che conta di più. Il difetto di convergenza è così il principale difetto posturale.

Il recettore podalico dei bipedi è sia adattativo che causativo (o entrambi) dei problemi della colonna vertebrale e del sistema muscolo tendineo ed articolare. Così, riconoscendo e curando il difetto presentato dai piedi si riesce a prevenire e curare molte patologie frequenti e difficili. Infatti nel bipede le informazioni partono dal piede. L’uomo in stazione eretta è un pendolo inverso che si equilibra su un triangolo di sostegno composto lateralmente dai piedi. Una deformazione o una asimmetria comporterà sempre un adattamento del sistema posturale. Il piede è sia un esorecettore che un endorecettore e come tale è sensibile alle variazioni di carico sia statiche che dinamiche che associate.

E’ così possibile apportare delle correzioni attraverso la ginnastica ortottica e l’uso di solette polarizzate che modifichino in modo importante tutto il sistema posturale attraverso riflessi integrati nel sistema nervoso centrale che, una volta ingrammati, possono portare alla prevenzione della patologia e/o alla guarigione del paziente.

autore:  Dott. Massimo Rossato