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Influenza-raffreddore- malattie di stagione

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Ci siamo. Eccoci giunti al fatidico annuale appuntamento con l' epidemia di influenza, che secondo gli esperti dovrebbe appunto raggiungere il picco massimo proprio in questo mese.
 
E naturalmente, come sempre, la grande macchina del business farmaceutico si è già messa in moto
in congruo anticipo, grazie allo strombazzamento mediatico che raccomanda la vaccinazione come fondamentale arma preventiva.
 
Sembra, da come se ne parla e si affronta il problema, che malattie da raffreddamento, di cui la comune influenza rappresenta la varietà più severa, siano un destino ineluttabile cui nessuno può sentirsi sicuro di poter sfuggire.
 
Ma è proprio così?
 
Chi scrive non è l' unico a pensarla diversamente. Sì certo, potrei dire che oramai non ricordo più quando è stata l' ultima volta che mi son beccato un simile malanno tale da costringermi a letto (si tratta probabilmente di decenni fa), ma le prove a sostegno, ovviamente, sono ben altre.

Vi siete mai chiesti come abbiano potuto sopravvivere i nostri lontani antenati preistorici, che non godevano certo di nessuno dei nostri innumerevoli vantaggi e protezioni (certo non avevano il riscaldamento nelle loro grotte), e meno che mai disponevano di vaccini e medicinali? Senza tutto ciò che noi moderni diamo per scontato ed indispensabile alla sopravvivenza si sarebbero presto estinti come specie.

 

Come gli stessi termini "raffreddore" e "influenza" ci suggeriscono, in queste comuni indisposizioni stagionali sono implicati il freddo e l' influenza del clima sul nostro organismo.

Ma se tutti pensano al colpo di freddo che ci si busca uscendo di casa non adeguatamente coperti, o per un improvviso abbassamento della temperatura, o perché, data la stagione invernale, è "normale" ammalarsi, la vera spiegazione è molto meno banale, e va ricercata a monte.

Ogni organismo vivente dipende dall'ambiente in cui vive, e perciò risente dei ritmi naturali, ai quali deve adeguarsi, se vuole sopravvivere e conservarsi sano ed efficiente. Esso è pertanto in incessante equilibrio dinamico con l' ambiente,   da cui non può prescindere, tanto che possiamo considerare qualsiasi incidente di percorso, qualsiasi anomalia nella sua condizione come conseguenza di un alterato, disarmonico equilibrio con lo stesso.

Ed è questo equilibrio, che è stato disturbato dalle temperie, dall'ambiente svantaggioso. Magari lo era già prima senza necessariamente produrre sintomi gravi, oppure uno si è abituato ai suoi acciacchi, alla sua tosse da fumatore, a soliti dolori ed alla mancanza di energia vitale, che suole combattere con caffè, nicotina o altre droghe.

Malattia in generale e quelle della stagione fredda in particolare prendono in questa visione il significato di purificazione, reset, ecc.

Il corpo avrà quindi bisogno di "scaricare" l' esubero di sostanze nocive accumulate (che, date le caotiche ed innaturali abitudini dietetiche moderne, è davvero qualcosa di spropositato) per darsi una ripulita, e così alla prima occasione, cioè quando le condizioni ambientali diventano favorevoli e magari il nostro sistema immunitario si trova indebolito, ecco comparire i ben noti sintomi, come tosseraffreddorespossatezzafebbre, che non sono altro che tentativi del nostro corpo di sbarazzarsi di  quanto c'è in esso di indesiderato.

In tutto ciò virus e batteri, come si sa, svolgono il ruolo di capro espiatorio, ma solo perché glielo abbiamo  attribuito noi. Essi in realtà sono solo ospiti opportunistici che approfittano di una condizione a loro favorevole per innescare e accelerare il processo. Non sono dunque la "causa".

Alla luce di tutto questo possiamo dire che è possibile prevenire in linea di massima tutti questi malanni invernali nella misura in cui sapremo adattarci al flusso naturale.

la persona sana davvero, quello che da la dovuta attenzione al suo stile di vita, l'alimentazione, movimento, controllo dell'uso di droghe, farmaci, vaccini, veleni di ogni tipo ecc, all'assenza di focolai, metalli tossici in bocca, che tiene corpo e mente in una sintonia di serenità - questo individuo difficilmente si ammala, solo perché confrontato con freddo e umido.

Certamente esistono comportamenti specifici da adottare quando arriva la stagionaccia: 

- cose ovvie quanto coprirsi ecc.

- combattere il freddo con il caldo, per quanto sembra banale, ma anche l'alimentazione deve rispecchiare questa regola: in inverno attenti agli alimenti freddi umidi (terminologia cinese) quanto verdure crude e frutta, succhi, dolci, latticini, gelati. Ci vogliono alimenti caldi: carne e verdura lessa, tisane, spezie riscaldanti 

- più riposo che d'estate, attività sportive limitate ( l'allenamento aerobico fondo I (100 battiti) dei ciclisti ), cure e abitudini dell'indurimento e irrobustimento  spettano all'estate.


Il raffreddore e anche l'influenza, che sarebbe la versione più acuta ( altro ceppo virale di accompagnamento ) comunque guariscono in 7 giorni. Il rischio per la vita di persone indebolite corrisponde al pericolo della stagione fredda e umida. Si tengano più protette e seguano ancora di più ai consigli dati. 

Riporto qui un riassunto di quest'articolo di Michele Nardella con annotazioni mie.

( http://nardellamichele.blogspot.it/2012/01/influenza-tutto-cio-che-nessuno-vi-ha.html )